L’Italia ratifica l’accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti
4 luglio 2017
Il 18 ottobre 2016 l’Italia ha ratificato l’Accordo sul Tribunale
Unificato dei Brevetti con l’approvazione da parte del Senato del
relativo disegno di legge (L. n. 214 del 3 novembre 2016) che
consentirà all’Italia di partecipare come dodicesimo Stato membro al
nuovo sistema di protezione brevettuale. L’Accordo – convenuto a
Bruxelles il 19 febbraio 2013 – contribuisce, insieme ai Regolamenti UE
n. 1257/2012 e n. 1260/2012, alla creazione di un sistema brevettuale
europeo uniforme che si pone l’obiettivo di ottimizzare il livello di
tutela brevettuale e stimolare l’innovazione.
La nuova Corte sovranazionale nata dall’Accordo avrà, infatti, competenza
esclusiva in materia di violazione e validità dei brevetti europei e dei
brevetti europei ad effetto unitario e sarà costituita da una Corte di
Prima Istanza, una Corte d’Appello e un Registro.
L’operatività del Tribunale era stata prevista per il 2017, tuttavia,
nell’Accordo è previsto un periodo transitorio di 7 anni dall’entrata in
vigore, durante il quale le Autorità giudiziarie nazionali potranno
continuare ad essere investite delle azioni di invalidità e di
contraffazione del brevetto europeo secondo le regole del proprio
ordinamento, ove venga esercitato dal titolare il diritto di opt-out dall’esclusiva competenza del Tribunale Unificato dei
brevetti.
La costituzione del Tribunale Unificato dei Brevetti risponde altresì
all’esigenza di superare le difficoltà causate dalla duplicazione dei
procedimenti. L’attuale competenza delle corti nazionali a decidere della
validità e delle violazioni dei brevetti europei è spesso causa, infatti,
di decisioni confliggenti nell’ambito delle singole giurisdizioni. Il nuovo
sistema giurisdizionale sovranazionale permette, poi, di far fronte al
fenomeno del forum shopping ovvero alla scelta della giurisdizione
più favorevole all’attore. Il nuovo pacchetto brevettuale prevede – accanto
all’istituzione di un Tribunale unificato – anche l’istituzione del
“brevetto unitario” creato al fine di superare le criticità presentate dal
brevetto europeo tradizionale che richiede la convalida in ciascuno degli
Stati membri nei quali si desidera ottenere la protezione, producendo il
medesimo effetto di un brevetto nazionale. La tutela brevettuale fornita
dal brevetto europeo è, infatti, rimessa al vaglio delle singole
giurisdizioni nazionali, tanto che la dottrina ha parlato del brevetto
europeo come di un “fascio di brevetti nazionali”.
Di contro, il brevetto unitario non richiede formalità di riconoscimento
nei singoli Stati membri, ma prevede un’unica domanda ad effetto unitario.
Una volta concesso, il brevetto unitario sarà valido automaticamente negli
Stati aderenti, senza alcuna necessità di convalida né di relative
traduzioni.
Inoltre, il brevetto unitario sarà soggetto al pagamento di una singola
tassa annuale di mantenimento, al contrario del brevetto europeo le cui
tasse annuali sono dovute in ciascun Paese nel quale il titolare ha deciso
di convalidare il brevetto.
Per quanto riguarda l’iter procedurale di rilascio, la richiesta di
brevetto unitario dovrà essere depositata presso l’ European Patent Office (EPO) con sede a Monaco.
Anche dal punto di vista del regime linguistico verrà riconosciuta
autosufficienza al brevetto nella sua efficacia unitaria poiché una volta
esaminato e concesso in una delle tre lingue ufficiali del procedimento
(inglese, francese e tedesco), con traduzione delle rivendicazioni nelle
altre due, il titolo potrà essere pubblicato senza necessità di ulteriori
traduzioni. Una tale scelta permette di semplificare il regime che
caratterizza il brevetto europeo, eliminando la fase della traduzione del
titolo nella lingua del Paese rispetto al quale è richiesta l’efficacia. In
altre parole, il brevetto unitario consentirà di tutelare un’invenzione in
modo uniforme su tutto il territorio dell’UE. L’entrata in vigore del
brevetto ad effetto unitario è prevista al momento della ratifica
dell’Accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti da parte di almeno 13
stati membri dell’Unione Europea, tra cui i tre stati in cui viene
depositato il maggior numero di brevetti che attualmente sono Francia,
Germania e Gran Bretagna.
Tuttavia, la volontà manifestata dalla Gran Bretagna di uscire dall’UE
potrebbe far slittare l’entrata in vigore del nuovo pacchetto brevettuale,
stante la posizione di rilievo rivestita da quest’ultima nell’intero
procedimento di costituzione di una protezione brevettuale europea
uniforme.
Per gentile concessione:
Cugia Cuomo & Associati Studio Legale
Ilaria Di Benedetto
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Ad integrazione di quanto sopra aggiungiamo che:
- in attesa di raggiungere la sottoscrizione delle ratifiche da parte dei
tredici Stati membri, una ipotesi in grado di accelerare le tempistiche operative
è quella di attivare al più presto il cosiddetto “Protocollo sull’Applicazione anticipata
dell’Accordo sul Tribunale unico dei Brevetti”, Protocollo che l’Italia ha sottoscritto
lo scorso Febbraio. Ma sembra che ora un ulteriore intoppo possa essere rappresentato
(Il Sole 24 Ore del 3.7.2017) dal ricorso di un cittadino tedesco alla suprema corte
di Karlsruhe contro tale normativa del Brevetto Unitario, basato sulla presunta
incompatibilità di tale disciplina con la Costituzione Federale della Germania;
- a sopire le ragionevoli preoccupazioni in merito ad ulteriori possibili
slittamenti della ratifica riconducibili alla negoziazione della Brexit la
confindustria tedesca (BDI) ha proposto l’applicazione in via preliminare
del Brevetto unico negli altri paesi, in attesa che anche la Gran Bretagna
possa unirvisi in un secondo momento;
- l’Italia è riuscita a fare designare a Milano come sede di un Ufficio
Locale della sede centrale parigina della Corte di prima istanza.
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